Nel novembre 2016, su invito della locale sezione del Rotary Club dell’Aquila e, in particolare, del prof. Massimo Casacchia, emerito di psichiatria dell’Università dell’Aquila, l’Accademia ha definito le modalità di un intervento volto a sottolineare l’urgenza sociale, antropologica e giuridica del problema del femminicidio, così come – del resto – si è venuto facendo in moltissime città europee.
Sin dall’inizio, si è deciso che l’intervento dovesse soddisfare alcuni criteri fondamentali, che avrebbero permesso all’opera di guadagnare in significato e valore. Anzitutto la visibilità, dunque, poi la permanenza, l’incisività e la possibilità di un duraturo effetto sul tessuto sociale e, soprattutto, un ritorno opportunamente calibrato sulle fasce giovanili.
Di conseguenza, si è deciso di utilizzare un modulo efficace e già sperimentato in altre città, realizzando una panchina rossa con caratteristiche grafiche e tonali precipue, selezionando uno dei punti maggiormente frequentati e cari agli aquilani nei parchi pubblici della città.
Va sottolineato che, da dopo il terremoto del 2009, il parco della Villa Comunale ha assunto un significato particolare in virtù della particolare collocazione urbanistica, immediatamente all’inizio della c.d. zona rossa, ed è tutt’oggi uno dei posti più frequentati dagli aquilani e, in particolar modo, dai giovani: in tal modo l’intervento si è potuto valere dell’enorme patrimonio di emozioni che gli eventi recenti hanno cristallizzato nella zona.
L’intervento ha seguito una logica improntata all’estrema semplicità, colorando di rosso una panchina preesistente (restaurata per l’occasione dagli allievi) e incidendo con una fresa sul vivo del legno delle doghe di legno un verso di Majakovskij estremamente indicativo (da La nuvola in calzoni): “Guardate hanno di nuovo decapitato le stelle insanguinando il cielo come un mattatoio”.
L’effetto finale ha superato le aspettative degli autori, e si è rivelato – nella semplicità che lo caratterizza – estremamente gradito ed efficace, riscuotendo consensi molto ampli e guadagnando agli studenti che lo hanno realizzato, con la supervisione del prof. Carlo Nannicola e la consulenza del prof. Marcello Gallucci, il plauso della collettività.